E-BOOK

Per 5 mesi sono stati qui disponibili i PDF gratuiti dei primi 5 capitoli.

Oggi, 23 maggio 2012, ho reso disponibile la versione ebook dell’intero libro su Amazon.

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Il dio sordo – Mia immortale amata | ebook

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Il dio sordo – Mia immortale amata | ebook

This is the link for THE DEAF GOD – PART 1

The Deaf God – A story of friendship beyond time

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The-Deaf-God-2

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COMMENTI DI CHI HA LETTO IL ROMANZO:

La nascita del nuovo Proust
scritto da Claudio Piras , aprile 07, 2012

Ho letto Il dio sordo in pochi giorni, ne sono rimasto davvero impressionato, per la maestria in cui è stato scritto, per i concetti profondi, l’ironia e la poesia di certi passaggi. Ho addirittura sottolineato interi paragrafi in cui affianco ho scritto un commento entusiasta, questo perchè ho intenzione di rileggermi di tanto in tanto quelle autentiche perle di saggezza. Un libro talmente coinvolgente e scritto bene da non riuscire a comprendere come non sia stato pubblicato da un gran editore, ma di certo questo è un libro di cui prima o poi se ne sentirà parlare. Anche la Recherche di Proust non è stata capita all’inizio, quindi comprendo come mai non lo sia stato questo anche se mi fa tanta amarezza. Questo libro è un inno all’amore, all’arte, alla musica e oserei dire anche ai sogni, leggerlo è stata una continua riscoperta. Inoltre è un romanzo ironico, divertente e persino ricco di suspence, Antonio Scotto non ha fatto mancare nulla a noi fortunati che hanno avuto l’opportunità di leggere il suo meraviglioso libro. Sono sicuro che Antonio diventerà uno dei più autorevoli romanzieri in Italia e io sarò contento di aver assistito alla sua genesi…

1

Il dio sordo – Mia Immortale Amata
scritto da Antonio Barbieri , marzo 31, 2012

Il romanzo di Antonio è qualcosa di inedito tra i libri che si possono trovare in libreria al giorno d’oggi. Non si può comparare a nessun altro del genere, e parla uno che di libri ne legge! L’invenzione narrativa di Antonio, la fantasia senza limiti però piegata, come ho detto tante volte all’Autore, piegata alle vicende reali di Beethoven, ai suoi amori, ai suoi dolori di Uomo, sono miracoli – non ho problemi a dirlo – che solo un Genio, per adesso incompreso, come lui sa narrare! C’è un punto che non avevo completamente compreso. Questo romanzo è sì la narrazione di una parte della vita del grande maestro di Bonn, ma il vero titolo è il sottotitolo: MIA IMMORTALE AMATA. Scotto prende spunto dalla vicenda amorosa di Beethoven per scrivere un inno all’Amore, per raccontarci come è possibile amare una persona per sempre, senza fermarsi davanti a nulla. Per chi ama in modo “immortale” non ci sono ostacoli che tengano. Molto dolore, molta sofferenza, questo sì. Ma l’amore sa tutto perdonare, tutto sublimare, fino a tramutare lo stesso dolore nella Gioia! “Durch Leiden Freude” ha scritto in una lettera Beethoven, forse proprio a Josephine: dal Dolore la Gioia! Questo è il romanzo di Antonio Scotto che non esito a definire un capolavoro. Egli sembra dirci nelle ultime pagine: l’Amore vero e profondo non finisce mai. E’ immortale come la Musica! E nel caso di Beethoven questo sentimento per la Donna che ha amato lo ritroviamo nella Sua Musica!
Un saluto a tutti i lettori di questo sublime romanzo! Dopo averlo letto non sarete più gli stessi e il grande Maestro non sarà più il Genio granitico e altero che credete, ma un uomo tenero e come noi capace di piangere!

2

A bocca aperta
scritto da Giovanni Melappioni , marzo 28, 2012

Ho terminato da poco la lettura, in meno di una settimana sono arrivato all’ultima pagina vibrando di emeozione come la corda di un violino. Quando ho preso in mano il volume mi sono domandato “Può un espediente letterario già usato, come quello della trasmigrazione dell’animo del protagonista, essere in grado di risultare ancora originale?”… SANTO CIELO SI’. Bello fino alle lacrime, capace di irretirti, di rendere ore di elttura apparentemente minuti. I dialoghi poi… i dialoghi sono un capolavoro di precisione, magnifici. Credetemi, c’è del magico in ogni libro ma alcuni sono davvero pregni di sogni e emozioni. Il dio sordo è uno di questi. Da non perdere.

3

Libro o portale dimensionale?
scritto da Bruno Neri , marzo 31, 2012

Un viaggio attraverso il tempo, ma anche attraverso la mente e la psiche del narratore che si fa portavoce di un personaggio immortale “Ludwig Van Beethoven” e lo fa con una naturalezza ed una spontaneità tale da rendere la sua voce trasparente a quella, in sottofondo del “maestro”. Ne nasce una perfetta immedesimazione da parte del lettore ora con la voce narrante (amico e fidato servitore del maestro) ora con il maestro stesso.
Un magnifico intreccio tra fantasia e realtà storiche che si fondono in un romanzo coinvolgente a tal punto da rendere difficile il distacco dopo aver sfogliato l’ultima pagina.
Un romanzo che rende merito al Maestro mostrando al pubblico le sue debolezze, le sue passioni, i suoi turbamenti e tutti i battiti del suo cuore come venissero dalle sue stesse labbra.
Un amore immortale quello del Maestro al pari di quello dell’autore che veicola le proprie emozioni attraverso la vita del suo controverso personaggio, attraverso le note che ci ha lasciato in eredità e che grazie a quest’opera possiamo assaporare come non mai con l’illusione di sedere accanto al compositore e venire coinvolti dalla potenza della sua creatività.
Un libro davvero unico nel suo genere che chiunque, amante della musica e non, dovrebbe concedersi il piacere di leggere.

4

La prosa eclettica e fantastica di Antonio Scotto
scritto da Luciano Domenighini , marzo 30, 2012

Il tuo lavoro in prosa, Antonio,nelle parti che mi hai mandato, si svolge su più piani, è racconto ma anche diario intimo, saggio e libera fantasia, realismo e sogno, logica e magia, volontà e destino.
Il tutto scaturito dalla musica, da una suggestione musicale e dall’ammirazione per un celebre compositore.
Differenti sono anche i livelli letterari della tua prosa che certo manca di unità stilistica, ma questo potrebbe anche essere una risorsa perchè la frammentareità stilistica del tuo dettato ne accresce la spontaneità e la naturalezza.
L’alternarsi, da un lato, di un linguaggio parlato,attuale, informale, diretto, dalla gergalità corrente e connesso da pseudoimperativi impersonali in prima persona plurale, con un lessico e con moduli liguistici ricercati quando non desueti non disdegnando citazioni eterogenee che vanno dal cinema d’evasione, al motteggiare pubblicitario, ai classici della letteratura e l’indugiare proustianamente, dall’altro, a digressioni culturali, estetiche, filosofiche, danno vita a una prosa singolare, eclettica, trasversale,effervescente, un po’ “naif” e insieme un po’ scolastica, ma certamente fresca e vitale.
Non trovo affatto poi, come qualcuno ha osservato, che i primi due capitoli siano indugianti e rallentino il ritmo narrativo. Tutt’altro.
Nei capitoli successivi comunque la tua prosa diviene più serrata, l’azione più dinamica, e il dialogo costituisce l’elemento preponderante della narrazione rendendola viva e stringente. Entra poi in campo un nuovo elemento, la musica, presentata non già in modo generico, ma con riferimenti precisi e circostanziati alla scrittura, alla strumentazione, agli interpreti.
E’ questa una caratteristica singolare, certo specifica e in qualche modo “colta” ma devo riconoscere che il suo svolgersi è abile, cioè opportunamente frammentato, misurato, discreto, leggero, eppure coinvolgente nella sua appassionata estemporaneità.

5

Recensione
scritto da Marco Cazzuffi , novembre 14, 2012

Accostarsi ad un gigante è impresa che farebbe tremare chiunque, non Antonio Scotto di Carlo, che ci è riuscito con il suo Narratore catapultato nella Vienna 1808 tramite un viaggio nel Tempo, quel Tempo che non si può realmente afferrare tanto la sua Natura è affine alla Musica e all’Anima. E il gigante da accostare conosce questo Mistero: Ludwig van Beethoven. Dato il protagonista ci si dovrebbe aspettare che il nucleo centrale sia la sua attività di compositore, il suo tormento di artista, o ancora la sua sordità. Ma le aspettative vengono deluse: questi non sono che ingredienti parziali, atti a condire una biografia romanzata del genio di Bonn, scritta per comprendere il mistero di quella immortale amata che l’artista ebbe il pudore di tacere in una sua lettera, elevandola così a un grado di spiritualizzazione che ancora coinvolge chi si accosta ad essa.
Eppure tutte le categorie elencate – romanzo storico, biografico, romanzo di quete – non bastano a definire l’opera di Antonio Scotto di Carlo, perché tramite il suo lavoro l’Autore ha tentato di ritrovare la psiche di un uomo, non la sua elaborazione mitica, ma le asperità di chi è condannato a un Destino di Silenzio e di Amore vissuto solo per negazione, trovando uno sfogo nell’Amicizia e nell’Arte.
Non si possono non notare alcuni inceppamenti stilistici, alcune debolezze (quando si legge un romanzo quale “Il dio sordo” non si possono non fare paragoni con i grandi capolavori dell’Ottocento), ma anche queste, che in un primo momento sembrano manchevolezze, poi, a poco a poco, vediamo essere in realtà le caratteristiche peculiari del Narratore-adolescente: sono i suoi occhi ingenui ad assistere e ad accompagnare l’idolo nelle sue vicende emotive ed emozionanti.
Chiudendo l’ultima pagina si ha la medesima sensazione di quando ci si allontana da un concerto che si è vissuto in completezza: felici di aver assistito a questo evento, dispiaciuti che il Tempo ci abbia portati alla sua conclusione.

103 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. ombraditetto
    Dic 22, 2011 @ 22:10:20

    Ho letto il primo capitolo del tuo romanzo, e, come già sai, l’ho trovato molto ben scritto e coinvolgente.
    E’ vero che i pochi dialoghi presenti rendono la lettura un po’ più pesante, ma è anche vero che la proprietà di linguaggio e le descrizioni dei luoghi compensano il tutto.
    Bravo, Antonio!

    Rispondi

  2. Flogoriano
    Dic 24, 2011 @ 23:32:03

    Ti ho già detto cosa penso della prima part, la seconda ho appena ocminciata a leggerla e, causa feste, lo farò tra qualche giorno. Nel frattempo ti segnalo un refuso.
    “Mi sentivo un pelo più tranquillo, malgrado lo sgomento per la deduzione – realistica nei fatti, ma inammissibile nella teoria – rimanesse inalterata.”
    suppongo che il rimanesse si ifrisse allo sgomento quindi “inalterata” deve essere “inalterato”. 😉

    Rispondi

  3. scriv27
    Dic 26, 2011 @ 01:20:05

    Ho letto la prima puntata e non mi è affatto parsa pesante. Hai descritto le scene bene abbastanza da farmele visualizzare. Per gli stati d’animo del protagonista sono riuscita a viverli discretamente. Tutto sommato mi è piaciuto. In settimana leggerò il secondo episodo.

    Rispondi

  4. ombraditetto
    Dic 28, 2011 @ 11:32:02

    Bene, ho letto la seconda puntata!
    Sei stato bravo a far emergere il senso di solitudine che prova questo giovane trapiantato in terra straniera!
    Ora spero che le cose possano cominciare a girare per il verso giusto anche per lui!
    Ciao, alla prossima! 😉

    Rispondi

    • antonioscotto
      Dic 28, 2011 @ 12:10:08

      Sono felice che la sensazione che provavo a descrivere sia passata.
      Grazie per i complimenti. Presto regolerò i nostri sospesi letterari… 😉
      Sì, dalla terza puntata le cose si metteranno meglio per il nostro eroe… xD

      Alla prossima? Ti aspetto! 😉

      Rispondi

  5. antonioscotto
    Dic 28, 2011 @ 12:09:35

    Rispondi

  6. Flogoriano
    Dic 29, 2011 @ 05:45:38

    Dunque ho finito di leggere la seconda parte e l’ho trovato molto interessante e ricca di scene vividissime. Ti vorrei fare solo due appunti:
    “Mi attendeva con aria incuriosita e sicura un uomo basso, atticciato e calvo il quale mi squadrava dal suo monocolo.”
    In questa frase la sequenza di basso atticciato e calvo farebbe credere che atticiato sia una caratteristica fisica, ma non lo è, quindi credo sarebbe meglio elencarlo per ultimo: basso, calvo e atticciato.
    Poi ho notato che gli incisi a volte li fai tra parentesi a volte usi i trattini, altre le virgole e in alcuni casi nulla. Io direi di usare sempre un unico sistema.
    Attendo la prossima parte. 🙂

    Rispondi

    • antonioscotto
      Dic 29, 2011 @ 10:50:13

      Innanzitutto Grazie. Sei il tipo di lettore che ognuno vorrebbe avere. Appena ho finito di sistemare il file per le stampe, verrò a ricambiare. 😉
      “atticciato” è una caratteristica fisica. Significa GRASSOTTELLO, TARCHIATO.
      Quanto agli incisi, hai ragione. Però ho cercato di essere coerente, nel senso che uso le parentesi per “spiegazioni vere e proprie”, i trattini per “semplici note” e le virgole quando l’inciso non è troppo fuori tema e può essere inglobato nel discorso. Sicuramente ci sono delle eccezioni perché è una linea che ho maturato strada facendo durante le tante revisioni, mentre in fase di scrittura sono andato a istinto. Però, visto che sono nell’ultima fase di revisione, non è una cattiva idea ricontrollare.
      Grazie ancora. 🙂

      p.s.
      quel “ricca di scene vividissime” è uno dei complimenti più graditi che abbia mai ricevuto. Infatti sto davvero sforzandomi per aiutare il lettore a visualizzare, e che ci sia riuscito mi rende veramente felice e orgoglioso

      Rispondi

  7. Flogoriano
    Dic 29, 2011 @ 12:26:56

    Hai ragione, non conoscendo il termine atticiato ho cercato con google e solo ora mi sono accorto di aver letto la definizione di alticcio. 😦
    In effetti mi pareva un pò strano.
    Complimenti comunque, mi sto divertendo parecchio a leggere la tua storia.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Dic 29, 2011 @ 13:21:16

      Magari ti ha anche tratto in inganno il personaggio, che un pochino alticcio lo era – non aggiungo l’aggettivo perchè descrivere uno “basso e alticcio” fa un po’ sorridere… xD

      Grazie ancora 😉

      Rispondi

  8. Flogoriano
    Dic 29, 2011 @ 14:26:55

    🙂 si infatti. Vedendolo in una trattoria con un boccale di birra davanti non l’ho trovato poi tanto inverosimile. :p
    Mea culpa!

    Rispondi

  9. scriv27
    Gen 02, 2012 @ 17:43:17

    Come promesso, ho letto la seconda e, già che c’ero, la terza. E’ una lettura molto piacevole. In alcuni punti è un po’ pesantuccia, però una pausa riflessiva durante la narrazione non guasta. Ora aspetto Beethoven…

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 02, 2012 @ 17:58:49

      Ti ringrazio:)

      La parte pesantuccia comunque è finita. L’ho ritenuta necessaria per operare una “saldatura” tra il lettore e il Narratore, poiché è attraverso la sua sensibilità che conosceremo tutta la storia di Beethoven.

      Quanto al maestro… l’arriva, l’arriva! xD (cit. Lino Banfi – Vieni avanti cretino)

      Rispondi

  10. antonioscotto
    Gen 02, 2012 @ 23:09:18

    QUESTO E’ UN COMMENTO RICEVUTO IN PRIVATO DALL’AMICO PINKERTON, HA IL TONO DI UNA VERA E PROPRIA RECENSIONE, QUINDI LO POSTO PREVIO SUO PERMESSO.

    Il tuo lavoro in prosa, Antonio,nelle parti che mi hai mandato, si svolge su più piani, è racconto ma anche diario intimo, saggio e libera fantasia, realismo e sogno, logica e magia, volontà e destino.
    Il tutto scaturito dalla musica, da una suggestione musicale e dall’ammirazione per un celebre compositore.
    Differenti sono anche i livelli letterari della tua prosa che certo manca di unità stilistica, ma questo potrebbe anche essere una risorsa perchè la frammentareità stilistica del tuo dettato ne accresce la spontaneità e la naturalezza.
    L’alternarsi, da un lato, di un linguaggio parlato,attuale, informale, diretto, dalla gergalità corrente e connesso da pseudoimperativi impersonali in prima persona plurale, con un lessico e con moduli liguistici ricercati quando non desueti non disdegnando citazioni eterogenee che vanno dal cinema d’evasione, al motteggiare pubblicitario, ai classici della letteratura e
    l’indugiare proustianamente, dall’altro, a digressioni culturali, estetiche, filosofiche, danno vita a una prosa singolare, eclettica,
    trasversale,effervescente, un po’ “naif” e insieme un po’ scolastica, ma certamente fresca e vitale.
    Non trovo affatto poi che queste due capitoli siano indugianti e rallentino il ritmo narrativo. Tutt’altro.

    Rispondi

  11. MichelaM
    Gen 07, 2012 @ 15:35:06

    Carissimo Antonio, come promesso ho iniziato a leggere la tua storia, sono solo alla fine della seconda puntata ma conto presto di mettermi alla pari. La vicenda è coinvolgente, viene voglia di continuare a leggere per sapere come il protagonista riuscirà a venir fuori da questa anomalia temporale.
    Devo confessarti però che mi piaci di più nelle parti di azione e nei dialoghi piuttosto che in quelle riflessive, ma ovviamente è solo il mio punto di vista.
    A presto. Michela
    ps: davvero hai letto tutto Guerra e Pace? 😉

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 07, 2012 @ 17:45:08

      Ciao Michela, innanzitutto un grazie enorme per l’attenzione che mi dimostri. Non puoi immaginare quale gioia sia essere letto da persone che sono guidate da puro e genuino interesse. Davvero grazie di cuore.
      Come detto, le parti riflessive sono solo in questo inizio per consolidare (almeno nelle mie intenzioni) una simbiosi tra il lettore e il narratore, poiché è attraverso la sua sensibilità che vivremo la storia. Quindi, pensa alle due puntate che hai letto e alla terza come una sorta di introduzione. La vera storia comincia nel mezzo della quarta puntata (e le parti “riflessive” saranno sostituite dai dialoghi).
      Grazie ancora per l’appoggio, morale e materiale. Ti aspetto 🙂

      p.s.
      Sì, Guerra e Pace lo lessi tutto. Ci misi sei mesi, ma l’ho finito 🙂

      Rispondi

  12. Flogoriano
    Gen 08, 2012 @ 04:40:19

    Yup… Interrotto sul più bello, malandrino!
    La terza parte, rispetto alle altre, mi è sembrata un pò più lenta. Tuttaia ciò è giustiicato dalle scene non propriamente d’azione. Inoltre alternare il ritmo può risultare piacevole in quanto ti permette di gustare meglio le parti incalzanti. Per cui bravo. Unica nota: ho trovato alcuni periodi eccessivamente lunghi e se li ho giustificati nella prima parte più “onirica” mi risultano, invece, sgradevoli in questa fase. Per me sarebbe meglio, a questo punto, cercare più uniformità stilistica o comunque cercare di ammorbidire le variazioni con passaggi graduali.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 08, 2012 @ 09:45:44

      Parto sempre dal GRAZIE per avermi dedicato il tuo tempo e la tua attenzione. 🙂

      Complessivamente il giudizio mi pare positivo e questo è già un grande traguardo, specie considerando che sei un fan del maestro e la tua notevole preparazione. Mi hai dato fiducia e reso felice 🙂

      Quanto ai periodi troppo lunghi, diciamoci la verità: è una ripicca perché ho interrotto la storia sul più bello… xD xD

      Scherzo. Come ha notato anche maestro Pinkerton, pecco in questo mio romanzo in uniformità di stile. E’ un aspetto che dovrò curare.
      Con l’introduzione dei dialoghi le cose dovrebbero un tantino migliorare sotto questo punto di vista. 🙂

      Rispondi

  13. Flogoriano
    Gen 08, 2012 @ 12:16:02

    Un mio personale parere è che i periodi non debbano mai superare le tre quattro righe. Se le superano si rischia di perdere il filo del discorso.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 08, 2012 @ 13:14:49

      Ammetto di non aver mai riflettuto in tal senso. In effetti, è un parere condivisibilissimo.
      Il fatto è che Proust mi ha influenzato di brutto in tal senso. E purtroppo per me in comune con Proust ho solo le lettere S T O nel cognome 🙂

      Rispondi

  14. Flogoriano
    Gen 08, 2012 @ 18:11:48

    🙂

    Rispondi

  15. Flogoriano
    Gen 09, 2012 @ 11:37:32

    Ti voglio portare un esempio di un periodo che non mi è molto piaciuto, non è molto lungo, ma il discorso vale, più o meno, anche per quelli più lunghi.
    “L‟esperimento si rivelò utile, se non altro per la dimestichezza che presi con le iridi verdi, le basette spesse – benché le portassero tutti, non mi piacevano e, prendendo coscienza di essere io il padrone di quel corpo, osai sfoltirle – e il naso normale come anche le orecchie.”
    Io avrei preferito scrivere:
    “L’esperimento si rivelò utile, se non altro per la dimestichezza che presi con il mio corpo: le iridi verdi, il naso normale, le orecchie. Le basette spesse invece, benché le portassero tutti, non mi piacevano e prendendo coscienza di essere io il padrone di quel corpo, osai sfoltirle”

    In questo caso non è solo una questione di lunghezza, ma soprattutto di costrutto.

    P.S.
    Sappi comunque che le parti da rivedere, a mio parere, non sono troppe.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 09, 2012 @ 12:07:10

      Sì, capisco che vuoi dire. Il fatto è che alle prime stesure commettevo naturalmente un sacco di errori. Uno di questi era il superabuso dei “due punti”.
      Ho notato che era fastidioso, e oltretutto il ritmo diventava monotono. Allora ho cercato di variare.

      Quando un romanzo è molto lungo, credo che bisogna tener conto di tanti aspetti, ed è difficile fare sempre le scelte giuste. Spero che andando avanti, l’interesse per la storia aumenti e l’abitudine a questo tipo di narrazione (ripeto, i dialoghi sostituiranno buona parte di questi “sproloqui”… xD) contribuiscano a rendere la lettura più piacevole.

      In ogni caso grazie per esserti preso la briga di tornare qui ed entrare nel dettaglio: tanto interesse non può che lusingarmi. 🙂

      Rispondi

  16. Flogoriano
    Gen 09, 2012 @ 15:12:19

    Il mio interesse per la storia non è certamente minato dalle annotazioni che ti faccio. Cerco solo di esserti utile al fine di apportare qualche miglioramento stilistico se lo riterrai opportuno.
    I due punti li ho messi, ma non sono mica obbligatori.
    “L’esperimento si rivelò essere utile, se non altro per la dimestichezza che presi con il mio normalissimo naso, le orecchie e le mie verdi iridi. Le basette spesse invece, benché le portassero tutti, non mi piacevano proprio e prendendo coscienza di essere io il padrone di quel corpo, osai sfoltirle”

    Ovviamente è solo un esempio, però già si legge meglio.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 09, 2012 @ 15:48:33

      Sì, l’ho capito che i tuoi suggerimenti hanno quello scopo. E te ne ringrazio. Scusa se ho dato un’impressione diversa.
      Io tengo sempre in considerazione quello che mi dice il lettore (a maggior ragione quando è preparato), poiché va da sé che, essendo io troppo coinvolto, tante cose mi sfuggano.

      Comunque senza i due punti si legge molto meglio (e ho anche capito che hai cercato di usare le mie parole, senza sostituirle come il cambiamento della forma porterebbe a fare) 🙂

      Rispondi

  17. Flogoriano
    Gen 09, 2012 @ 16:44:52

    Se continui a dire che sono preparato finirò col crederci anche io 🙂

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 09, 2012 @ 16:55:08

      Fai bene a crederci perché è vero. 😉

      Poi tu sei un fan di Beethoven, quindi sono un po’ ansioso nell’immaginarmi la tua reazione quando il maestro entra in scena: infatti i nostri idoli ci sono sempre cari, e guai a chi ce li tocca! 🙂

      Rispondi

  18. antonio barbieri
    Gen 11, 2012 @ 23:01:01

    Ciao Antonio, ho letto le prime due puntate e….complimenti, trovo l’inizio del romanzo davvero coinvolgente! Leggerò le altre due puntate in questi giorni e attenderò con curiosità l’entrata in scena di Beethoven, anche se c’è già stata una sua frettolosa apparizione nella seconda puntata. A proposito: c’è una certa analogia tra il tuo romanzo e il mio racconto, non trovi? Forse abbiamo attinto ambedue dalla stessa Biografia. Pare però che il Maestro avesse gli occhi espressivi e magnetici e non inanimati come è parso al Narratore.Un’altra cosa ho notato ma forse non dovrei dirtela perchè non conosco il prosieguo del romanzo: se il Narratore ha preso l’aspetto di un giovane tedesco del XIX° secolo, non sarebbe naturale che parlasse in tedesco? Ti richiedo scusa, sto congetturando senza sapere quanta importanza avrà il Narratore nel dipanarsi del Romanzo. A presto.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 11, 2012 @ 23:25:47

      Carissimo Antonio, che piacere averti a bordo! GRAZIE!

      Non ero sicuro si capisse che fosse il maestro in quella “frettolosa apparizione”. Sei il primo che mi ha confortato in tal senso!

      Penso che un po’ tutte le biografie lo descrivano allo stesso modo. Quanto agli occhi, non mi dirai che ti aspetti questo sguardo magnetico 24 ore su 24? Magari io l’ho incrociato in un momento quando era soprappensiero… xD.

      Ti prego, fammi tutti gli appunti che ti senti: un modo di porsi tanto amichevole ed educcato sarà sempre e in QUALSIASI caso beneaccetto.
      Io credo che se un’anima trasmigri in un altro corpo portandosi dietro la coscienza di sé, trovo normale che si porti appresso il suo proprio bagaglio culturale, linguistico e mnemonico. Non avesse coscienza del passato, allora sarebbe come dici tu. Ma in tal caso, non avrei potuto scrivere niente… xD

      Ti ringrazio ancora, non solo per aver letto e per i complimenti, ma per avermi lasciato questo commento.

      A presto carissimo Antonio 🙂

      Rispondi

  19. MichelaM
    Gen 14, 2012 @ 17:49:22

    Mi sono messa alla pari e mi stai coinvolgendo sempre di più, non vedo l’ora anch’io di andare al concerto col protagonista 😉
    A sabato prossimo. Michela

    Rispondi

  20. antonio barbieri
    Gen 14, 2012 @ 22:44:34

    Bravo bravo Antonio! La quinta puntata mi è piaciuta molto! ho qualche dubbio che il Maestro abitasse a Heiligenstadt d’inverno, so che ci andava in primavera/estate ma sono piccolezze! Dimmi una cosa: ma il fatto che l’allegra brigata usasse il termine” fratelli” è una tua invenzione o è vera?
    Fortissimo anche il TOC TOC TOC…..TOOC!!!! Mi sono immaginato la faccia del Maestro quando ha sentito! Comunque la sordità era incipiente.
    Bravissimo anche per il riferimento all’abate Stadler! Si dice che andasse ai concerti di Beethoven con il suo codazzo di leccapiedi e dopo aver ascoltato qualche battuta si alzasse dicendo: ” Non capisco…non capisco!!!” e se ne andasse naturalmente seguito dal codazzo di sostenitori.
    Bravo, bravo! A sabato prossimo, ciao!

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 14, 2012 @ 23:03:21

      Grazie Antonio! Grazie per l’incoraggiamento! Sono davvero felice della tua approvazione. 🙂

      Quanto alle notizie storiche, come ti ho detto, i compiti credo di averli fatti abbastanza bene.
      Nel dicembre del 1808 il maestro risultava abitare proprio in quella casa. Non so se le fonti siano corrette, ma sono abbastanza attendibili – di lì a un mese si trasferisce dalla contessa Erdody…

      I “fratelli” me li sono inventati io, ma il fatto che un conoscitore di Beethoven come te abbia dubitato, mi entusiasma perché il mio scopo è di rendere questa storia verosimile in quante più sfumature possibile.

      Grazie ancora Antonio 🙂

      Rispondi

  21. Flogoriano
    Gen 15, 2012 @ 00:41:55

    A parte l’ovvia emozione di incontrare, tra le pagine, il Maestro, ho trovato questo capitolo molto scorrevole e intrigante.
    Mi è molto piaciuta l’idea dei “fratelli”: da al Maestro una dimensione più umana e gli rende giusta grazia. Inoltre l’ambiente goliardico che descrivi aiuta a fraternizzare coi vari personaggi.
    Bravo. Bravo!
    Avevo una segnalazione da farti, ma adesso non ricordo più quale di preciso e visto la tarda ora non reggo a rileggere tutto.
    Comunque si trattava solo di un refuso: ti sei mangiato una parola in una frase.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 15, 2012 @ 00:53:02

      Eh, te l’avevo detto o no che coi dialoghi diventava più fluido!
      Grazie per il doppio BRAVO: lo apprezzo molto.
      Come Antonio Barbieri, anche tu sei un beethoveniano: forse mi ripeto, ma è davvero confortante ricevere il vostro elogio.
      Ora mi vado a rileggere l’episodio: sono ancora in tempo per rimediare prima della stampa! Grazie di nuovo 🙂

      Rispondi

  22. Flogoriano
    Gen 15, 2012 @ 09:57:08

    Dialoghi a parte, anche la narrazione indiretta è più scorrevole di alcune altre parti. A mio parere dovresti uniformare il tutto, escludendo le prime pagine che vanno benissimo così come sono per via dei contenuti. Si tratta, in fondo, di poche correzioni che renderebbero un maggior prestigio all’intera opera.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 15, 2012 @ 10:24:39

      Ma non pensi che la maggior gradevolezza della narrazione possa dipendere dalla presenza dei dialoghi che, secondo me, diluisce il tutto?
      Comunque io avevo premesso che qualcosa delle prime pagine era un po’ “ostico” per riscontri di precedenti lettori; è altresì vero che, rileggendo quell parti ostiche dopo aver assimilato un certo numero di capitoli, le stesse persone hanno cambiato giudizio in proposito.
      Una delle mie sfide è appunto di far cambiar idea al lettore: va da sé che questo può avvenire solo se ci sono critiche “negative”, altrimenti sarei un pazzo! xD
      Vediamo, magari se rileggendo quelle parti quando sarai addentro alla storia – Beethoven è comparso solo adesso, e il romanzo è lui – non avrai cambiato opinione, allora valuterò.

      Rispondi

  23. Flogoriano
    Gen 15, 2012 @ 09:59:36

    A proposito, hai parlato di stampa… Ciò vul dire che hai trovato un editore?

    P.S.
    Ti ho chiesto l’amicizia su faccialibro!

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 15, 2012 @ 10:27:57

      Se mi chiedi questo, deduco che non hai letto la pagina GENESI di questo blog.
      Come eventualmente vedrai, ho deciso di autopubblicarmi. E spiego anche il perché.

      Faccialibro? Onestamente non so cos’è, o magari sono solito chiamarlo con un altro nome. Non lo so. Se mi metti il link ci vado subito. Scusa 🙂

      Rispondi

  24. Flogoriano
    Gen 15, 2012 @ 10:34:38

    Non sei antonio scotto su facebook?

    Si l’ho letto la genesi, ma per autopubblicazione credevo intendessi ebook o POD, nel qual caso saresti sempre in tempo ad apporre correzioni senza fare torto a chi possiederebbe una versione più antiquata.
    Hai forse intenzione di accollarti le spese di stampa?

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 15, 2012 @ 11:25:36

      Beh, il POD non è che ti regali le copie perché sei simpatico. Se no vuol dire che gli sono antipatico… xD
      Purtroppo è l’unica via. E sinceramente, visti i commenti dei lettori e, SOPRATTUTTO, la continuità dell’interesse che mi manifestate, sono felice di questa scelta.

      Rispondi

  25. Flogoriano
    Gen 15, 2012 @ 11:34:34

    :D, ma mica le spese te le accolli tu, sono a carico dell’utente finale.
    E poi stampi quello vendi. Diciamo che ho male interpretato il termine stampa. :p

    Ok, comunque è un ottima alternativa.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 15, 2012 @ 11:57:39

      Eh, ma siamo sicuri che quest’utente finale lo troviamo? Vista la mole dell’opera, l’editore free che avevo trovato ha avuto qualche dubbio in proposito…
      Speriamo si sia sbagliato 🙂
      Comuque con le soddisfazione che tu e gli altri lettori mi state dando… va bene pure se i libri mi rimarranno sul groppone! 🙂

      Rispondi

  26. Flogoriano
    Gen 15, 2012 @ 12:21:07

    Io di sicuro lo compro e penso anche gli altri che ti stanno seguendo.
    Certo non sperare di arricchirti, ma la soddisfazione di essere letto non te la toglie nessuno.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 15, 2012 @ 12:33:54

      Onestamente più che arricchirmi, spero di uscirne indenne…

      Quanto alla soddisfazione di essere letto per l’unica ragione che ciò che scrivo risulta piacevole o interessante, questo davvero non ha prezzo.

      Grazie per aver prenotato la copia! Per ora siete in 2 – escludendo una decina qui in paese. 🙂
      Quello che di bello hanno i libri è che non c’è la scadenza… xD

      Rispondi

  27. antonio barbieri
    Gen 15, 2012 @ 22:49:06

    Caro Antonio, ho un po’ curiosato nei commenti. Ovviamente anch’io mi prenoto per una copia del romanzo, spero che mi ci metterai una dedica di tuo pugno! Per la spedizione e il pagamento ne parleremo a suo tempo. Buonanotte!

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 15, 2012 @ 23:23:16

      Caro Antonio, allora siete in 3! xD

      Certo che ti ci metto la dedica: sarà un vero onore per me, visto che, diciamocelo francamente, pinco pallino è più famoso di me… xD

      Quanto all’acquisto, ti dico solo quel che è certo: per le copie acquistate direttamente da me, le spese di spedizione le pago io usando la quota che normalmente spetterebbe alla libreria. Per il resto, in settimana dovrei avere indicazioni definitive che comunicherò qui sul blog.

      Mi farò una bacheca coi nomi di tutte quelle anime pie che mi aiuteranno a “sgomberare” la mia abitazione dalle copie che ho dovuto acquistare… xD

      Rispondi

  28. Ximox
    Gen 20, 2012 @ 16:35:55

    Ho letto il primo capitolo finalmente, mi scuso per il ritardo ma è un periodo un pò stressante…
    Mi piace moltissimo.
    Anch’io ho trovato lunghi alcuni periodi ma allo stesso tempo piacevoli. Non pesa la lettura, ma si presta diciamo ad una lettura tranquilla sul divano… XD
    Per me è così: leggo in internet capitoli brevi e azioni più vive, perché la realtà è che non sopporto la lettura a pc (e ho la stampante posseduta! XD) mentre il tuo si vede che è un libro di quelli su cui perdercisi comodamente tra i cuscini del divano!
    Ho apprezzato parecchio alcune digressioni, come quella del cielo come unico testimone dei fatti della storia… Interessante punto di vista.
    Penso tu abbia fatto un gran bel lavoro e appena riesco mi metto al passo con gli altri! 😀
    Mi spiace solo non essere una buona intenditrice di poesia classica, immagino che per un fan di Beethoven il piacere sia duplicato nel leggerti!

    Mi inserisco, se posso, nel discorso dell’autopubblicazione…
    Perché non provi a vendere anche sul sito di Lulu? Tu non ci perdi nulla anche se non vendi… Fossi in te darei un’occhiata al sito, potrebbe esserti utile come ulteriore pubblicità… Insomma se vuoi vendere, in più posti “internettiani” stai e meglio è XD

    Complimenti Antonio, a presto! 😉

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 20, 2012 @ 17:15:58

      Ehilà, finalmente! Comunque non ci avevo perso la speranza: ormai la conosco questa Manny’s girl e so che mantiene la parola! 🙂

      Mi fa molto piacere quello che dici, specialmente il fatto che sia una lettura “da divano”. Grazie. Naturalmente spero che siano d’accordo con te quante più persone è possibile… xD

      Sono contento che ti sia soffermata sulla riflessione sul cielo. In un certo senso, ha una sua funzione nel romanzo. Ma non vorrei dire troppo… xD

      Sull’autopubblicazione, vedremo. A questo momento il POD è in ritardo sui tempi di consegna. Spero si risolva al più preso affinché possa valutare anche la situazione che mi suggerisci. Comunque Grazie di tutto 🙂

      Rispondi

  29. antonio barbieri
    Gen 21, 2012 @ 21:42:51

    Ciao Antonio, ho letto la sesta puntata e mi convinco sempre più che il tuo romanzo è geniale e aderente alla vita di Beethoven. I personaggi che citi sono tutti personaggi” storici” e ben noti a chi si interessa alla vita del Maestro: Lobkovitz , l’Arciduca Rodolfo, Oliva, Ries ecc.Bravo, spero che tu sia sempre fedele a questa linea narrativa.
    Davvero non conoscevi la Fantasia Corale op.80? E’ bellissima secondo me anche se Carli Ballola la definisce un” lavoro sperimentale”. Mi piace la parte del pianoforte che inizia in minore, in modo piuttosto lugubre.E poi la melodia così somigliante all’Ode alla Gioia! Io la chiamo: ” la prova generale della Nona”. Per tua conoscenza ti segnalo i tre Lieder op. 83 ( sempre di Beethoven, naturalmente ) per voce e pianoforte del 1810. Nel terzo Lied ( mit einem gemalten Band ) la melodia è straordinariamente simile a quella dell’Ode alla Gioia o della Fantasia Corale.
    Se poi ami la Lirica sappi che nel Barbiere di Siviglia di Rossini, nel secondo atto verso la conclusione c’è l’Aria di Berta: “Il vecchiotto cerca moglie”, la cui melodia è tremendamente somigliante anch’essa alla melodia della Fantasia Corale! Forse Rossini ha copiato Beethoven?
    Conosci questo sito?
    http://www.lvbeethoven.it – Il sito italiano. Armando Orlandi.
    http://www.lvbeethoven.it/
    E’ molto interessante e tutto in italiano.
    Ciao Antonio e grazie ancora di questi momenti di autentico pathos! Mi sembra di rivivere anch’io al tempo di Beethoven!
    A sabato prossimo!

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 22, 2012 @ 00:28:20

      Grazie Antonio, sono felice che hai apprezzato.

      Non temere, ho fatto bene i compiti e non penso troverai inesattezze biografiche nel mio romanzo. Anzi, visto che parliamo dei personaggi “storici”, ti invito a riguardare il booktrailer: a un certo punto c’è l’illustrazione di una cena con vari commensali. Tu che sei un esperto della vita del maestro, potresti anche riconoscerli…

      La Fantasia Corale la conoscevo ovviamente… ihihihih. Se non come potevo scriverne?
      Però il tuo commento mi riempie di gioia perché vuol dire che sono stato tanto credibile da farti venire il dubbio. Grazie 🙂

      I lieder non li conosco, come anche l’aria di Rossini non ce l’ho presente (ovviamente conosco Il Barbiere), ma m’informerò.

      Si conosco il sito di Armando e lui è così gentile da permettermi anche di pubblicizzarvi il romanzo.

      Grazie ancora, specialmente per l’ultima frase che hai scritto. E’ una immensa soddisfazione per me. 🙂

      Rispondi

  30. Flogoriano
    Gen 22, 2012 @ 07:30:48

    Molto bella anche l’ultima parte, mi sono goduto tutto il concerto.
    Forse un pò meno vivida delle altre, ma ugualmente coinvolgente.

    Novità sulla stampa?

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 22, 2012 @ 09:39:57

      Mi fa tanto piacere che le sensazioni continuino a essere positive. 🙂

      Ho ricevuo la bozza ieri e la consegno domani mattina, Quindi per inizio febbraio penso sia quasi sicuro (il “quasi” è per prudenza).
      Quindi ti chiedo un po’ di pazienza per Arden… Appena inviata la bozza mi ci rimetto (ho già cominciato). 🙂

      Rispondi

  31. Flogoriano
    Gen 22, 2012 @ 11:03:27

    Tranky, non ho fretta!

    Rispondi

  32. Peppe d'Esposito
    Gen 22, 2012 @ 14:39:12

    Scusa il ritardo… premetto di essere tutto tranne che un critico, quindi ti dirò da semplice “lettore” quali sono state le mie impressioni sui primi due capitoli (eh sì, vado a rilento: come già detto gli ebook non mi stimolano più di tanto la lettura).

    Allora, per prima cosa, devo congratularmi per la forma narrativa scelta, che alterna:
    1. Introspezione sottolineata da un lessico ricercato e mai banale pur intervallato da alcuni esempi grezzi e/o genuinamente maschilisti (tipo quando chiami la ciclista “femmina” mi hai fatto morire… quanti di noi si definiscono obiettivi e poi appena vengono, inevitabilmente, superati da una donna ci rimangono un pò male :D) oppure semplicemente divertenti e/o autoironici (anche se spesso l’autoironia nasconde una tristezza di fondo, non so se è una mia impressione o è voluta);
    2. L’approccio alla vita reale, più diretto e meno formale, come a voler sottolineare ancora di più quella spaccatura tra il narratore (e le sue emozioni/sensazioni) ed il mondo intorno, chiaramente sottolineata nel secondo capitolo… anche qui però si evince (o almeno si percepisce) una volontà propria ad “autodifendersi” dal mondo. Uno scudo che egli stesso si crea per celare il suo vero animo e i suoi veri pensieri.

    Per quanto riguarda la “sostanza” della narrazione, poco posso dire a questo punto della lettura, ma ho trovato molto azzeccata (ed ottimamente scritta) la fase dell’estasi musicale che poi ha scatenato la “trasmigrazione” dell’anima… mentre leggevo coglievo la sinestesia di immagini e suoni resa in maniera molto coinvolgente, bravo [:D]

    Ci sono alcuni punti che non mi sono molto chiari però:
    1. La frase “Se Zeus esisteva… qualcuno l’aveva combinata grossa” mi sembra “verbalmente” un po’ fuori contesto: l’avrei resa in un altro modo; una piccolezza, ma stona, a mio avviso.
    2. Non ho ben capito il discorso del “piedistallo” nel secondo capitolo… funge da chiusura del discorso e da “riassunto”, ma non mi sembra un chiarimento effettivo, bensì un’altra cosa: è voluto o sono io a non aver capito?
    3. Fai un forte uso di citazioni “nobili” che, se inserite bene nel contesto, fanno sempre piacere. A me, personalmente, non piacciono quando sembrano voler “ostentare cultura” a tutti i costi: Per esempio l’inserimento di “Guerra e Pace” va più che bene, ma la “La Vita è Sogno” o Erodoto “IO” li avrei evitati. Ti ripeto, è un mio punto di vista assolutamente opinabile [:D]

    Queste sono le prime “impressioni”, che ti confermerò eventualmente a fine lettura, integrandole con tutto il resto (mi incuriosisce davvero come hai portato avanti la vicenda, non è semplice considerata la “scelta narrativa” per cui hai optatoi). Per ora ottimo lavoro, davvero!

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 22, 2012 @ 14:58:07

      Peppe, prima di tutto grazie per aver letto. Secondo di tutto Grazie per questo lungo commento (altro tempo che mi hai dedicato e che apprezzo). Terzo di tutto grazie per i complimenti xD xD

      Mi fa davvero piacere che la presentazione del protagonista sia stata così efficace. Tutto quello che ci hai colto è voluto, specialmente la “spaccatura” tra lui e il mondo intorno. Sei il primo che l’ha notata! Quindi… altro che ‘semplice lettore’!

      Che il narratore accettasse felicemente la nuova vita a Vienna era importante, altrimenti mi sarei dovuto impegolare in tutta una serie di “fasi psicologiche” che avrebbero appesantito il racconto, spostando inevitabilmente il baricentro della storia verso di lui – quando lui è solo un filtro per raccontare Beethoven.

      Quindi ho pensato fosse una buona idea rendere debole a priori questo legame che egli ha col suo mondo, così quando se lo lascia “serenamente” alle spalle, la cosa sembra (il mio intento è che venga percepita “fisiologicamente”…) normale e non do alla storia un taglio drammatico.

      Il rilievo sulla frase di Zeus… effettivamente hai ragione. Probabilmente l’ho tenuta per affetto, visto che risaliva alla prima stesura del 2001, quella vergata a penna. Ora l’ho tolta: sarai tu il responsabile se l’umanità non potrà bearsi di quella mirabolante ironia xD xD

      Il discorso del piedistallo: in realtà la parte era più lunga e spiegava tutta una situazione. Ho cercato di snellirla. Ma se tu ci hai notato qualcosa di “strano”, vuol dire che il taglio non è stato fatto bene. Anche qui grazie: ora vado a rivederla quella parte.

      Riguardo l’ostentazione di cultura sono d’accordo con te. Mi dispiace che la mia ti sia sembrata tale, perché non lo è.
      Il parallelo tra vita e sogno è una costante in tutta la storia, saldamente legata al leitmotiv del romanzo che si scoprirà più avanti. Ecco perché il libro comincia con quella esperienza “metafisica”.

      Erotodo è riconosciuto come il primo storico in assoluto e il riferimento mi pare pertinente al discorso – anche perchè non a caso menziono il 374 a.C., ossia l’anno a cui risale la sua prima cronaca scritta (ma proprio adesso mi sono accorto che ho cannato alla grande perché era il 440 aC, quindi vo a correggere… Grazie! xD xD)

      Rispondi

  33. Peppe d'Esposito
    Gen 22, 2012 @ 15:15:48

    Sì, la parte relativa all’abbandono della vecchia vita, non come scelta ma come “felice rassegnazione” è molto ben rappresentata.

    Per quanto riguarda il pezzo modificato, è bastato inserire il Caso per rendere tutto più chiaro, ottimo. Adesso si che si comprende la forza della propria filosofia nel contrapporsi agli eventi aleatori che la vita ci propone! Solo una cosa: sarebbe meglio che scrivessi “colpi della casualità” invece di “colpi del Caso” per non ripeterlo troppe volte. A me la variazione piace e la trovo più pertinente in relazione alla frase conclusiva (e riassuntiva) del pensiero.

    In relazione alle citazioni celebri, devo ammettere di aver sottovalutato quella di Calderon in quanto, pur messa all’inizio, alla fine è coerente con la narrazione (l’ impercettibile contrapposizione fra sogno e realtà, così sottile da renderli quasi indistinguibili). Per il resto, ti ho detto, è un mio gusto, assolutamente da prendere con le molle 😉

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 22, 2012 @ 16:11:09

      Grazie Peppe, i tuoi consigli mi sono stati veramente utili – compreso “casualità”

      Quanto alle citazioni, figurati: è un fatto soggettivo, lo so 🙂

      Mi fa piacere che anche tu hai “notato” il maestro… xD

      Rispondi

  34. Peppe d'Esposito
    Gen 22, 2012 @ 15:23:11

    Comunque Antò, stai sicuro che la frettolosa apparizione del Maestro è chiarissima, possono confortarti anch’io 😉

    Rispondi

  35. scriv27
    Gen 22, 2012 @ 17:48:13

    Ho letto la terza e la quarta puntata. Molto efficace e simpatica la descrizione dello stato d’animo del protagonista nel suo primo giorno di lavoro. Brillante anche la trovata di ritagliarsi lo spazio con la scusa della quietanza. Il tuo modo di raccontare è tutt’altro che noioso, in questo mi complimento davvero. Ora attendo di vedere come hai gestito l’incontro tra i due.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 22, 2012 @ 19:37:18

      Ti ringrazio. Sono lieto che hai apprezzato queste trovate, con le quali mi proponevo di fare proprio quello: cercare di intrattenere senza annoiare il lettore, preparando al contempo l’entrata in scena del maestro.
      Spero continuerai a seguirmi 🙂

      Rispondi

  36. fairymoon79
    Gen 24, 2012 @ 17:47:15

    Dunque ce so, dopo una luuuunga attesa finalmento ho letto…almeno il primo capitolo, si si lo so ti ho fatto dannare XD , ma ora vedrai che commento
    Iniziamo
    Nella sua totalità l’ho trovato molto scorrevole, non ci sono stati punti morti per me, le descrizioni pur nella loro brevità mi han reso ben vivide le scene, ho immaginato ambienti e volti e di sottofondo la musica che è il cuore di tutta la narrazione.
    In qualche caso sei riuscito anche a strapparmi dei sorrisi, in altri ho sentito l’ansia del protagonista crescere come fosse mia.
    La parte che ho veramente amato è la descrizione che fai della musica di beethoven con gli archi, la capacità di rendere la poetica di questi capolavori intercalata a frasi di pura “tecnicità”, ho apprezzato moltissimo l’idea della rappresentazione unica dei personaggi shakesperiani. Sei stato molto bravo in quello.
    Hai un modo di scrivere forbito ma che non viene a noia, comprensibile e scorrevole.
    Devo concludere dicendo che pur non essendo il mio genere di romanzo ho trovato il tuo stimolante a livello di anima e di intelletto, racchiudi in queste pagine l’arte e la passione che la musica può generare, sei davvero stato bravo. Ho trovato il tutto decisamente interessante per cui SI’ credo che andrò avanti a leggere, in realtà attendendo il cartaceo.
    Onestamente non credo che rimarrò delusa dalle restanti parti anzi credo che il romanzo si farà via via più appassionanate e interessante, con i suoi colpi di scena , le sue emozioni vivide e la musica che accompagna ogni macchia di inchiostro.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 24, 2012 @ 18:05:02

      Ma dove sono le emoticon per levarmi il cappello o inchiinarmi!!!??

      Grazie fairymoon, le tue parole sembrano uno spot che ho scritto io stesso a mio proprio beneficio! xD Mi riservo il diritto di chiamarti in causa qualora piovessero accuse di “autoincensamento”!

      Scherzi a parte, sono felice che hai apprezzato la puntata in toto. Ciò significa che sono riuscito a esprimere in maniera intellegibile quello che ho sentito/pensato. Un mondo di grazie!

      Allora ti segno come quinta acquirente del cartaceo! xD xD

      Rispondi

  37. fairymoon79
    Gen 24, 2012 @ 17:54:38

    Azz vedi che mi perdo sempre qualcosa? mi dimenticavo del passo tempo/storia che ho adorato e condiviso. Non mi dilungo più di tanto perchè già sai :p

    Rispondi

  38. Flogoriano
    Gen 28, 2012 @ 17:21:36

    ahahhahhahaha, sublime la scena dell’abate Stadler. Io mi ci sarei soffermato un pò di più.

    Rispondi

  39. Flogoriano
    Gen 28, 2012 @ 19:40:47

    E’ sublime per due motivi:
    1) E’ Divertente.
    2) Da una misura concreta della passione del protagonista verso il Maestro.

    Rispondi

  40. antonio barbieri
    Gen 28, 2012 @ 21:13:36

    Ciao Antonio, anch’io sono del parere che la tua invenzione dello ” scherzo da prete” all’abate Stadler sia il momento clou della settima puntata. C’è anche un momento di” suspence” perchè non ci hai detto chi è l’amante di Maria o io non l’ho capito, ma penso che questo sia una variante nel romanzo che non ha nessun collegamento con il tuo rapporto con il Maestro.
    Non te l’ho ancora chiesto ma questo romanzo è la tua prima creatura o hai già scritto altri romanzi?
    Ciao a sabato prossimo!

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 29, 2012 @ 00:02:27

      Grazie Antonio, è incoraggiante che anche tu giudichi così quella parte. 🙂

      Che tu non abbia capito chi sia l’amante di Maria, vuol dire che sono riuscito nel mio intento. Incoraggiante anche questo. Come dicevano anni fa… lo scopriremo alla prossima puntata! xD

      Sì questo è il mio primo romanzo. Però l’avrò riscritto almeno venti volte in questi 11 anni…
      Infatti dopo averlo “finito”, mi sono dedicato a dei racconti brevi e a delle sceneggiature. Questi lavori mi hanno aiutato a sviluppare e limare la mia tecnica narrativa, e ho pensato bene di revisionare più volte la versione iniziale del romanzo.

      Grazie ancora per essere qui con me :).

      Rispondi

  41. Erreti-Script
    Gen 29, 2012 @ 19:31:07

    Ciao, ho letto la puntata uno.
    Di buono c’è che mi ha invogliato a leggere la 2 🙂
    Ma i dialoghi di pagina 11 li rivedrei interamente, sono molto distanti dalle descrizioni.

    Ps: Zeus esiste 😛

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 29, 2012 @ 19:56:47

      Ciao R.T.

      Grazie per aver letto 🙂

      Allora ti aspetto per il seguito 😉

      Che vuoi dire che i dialoghi sono molto distanti dalle descrizioni?

      La frase di Zeus comunque l’ho tolta: allentava quel po’ di tensione che ero riuscito a creare 🙂

      Rispondi

  42. fairymoon79
    Gen 31, 2012 @ 22:26:58

    Letto anche il secondo capitolo, è un capitolo che suddividerei in tre tempi, il primo è quando fai una discuisizione filosofica che ho trovato anche molto interessante…ragazzo mi dai troppo da pensare XD… non è lentissimo nei tempi ma di certo essendo pregno di concetti più lungo da assimilare. Una seconda tempistica l’ho trovata nel resto del capitolo che ho trovato scorrevole come il primo , una terza nei dialoghi finali devo dire che li ho trovati ancora più veloci rispetto alla narrazione.
    Mi piace la capacità che hai di rendere “vive” le scene usando descrizioni di suoi ricordi come esempio quello della stalla, ti sei attaccato agli odori per descrivere un qualcosa di puramente visivo.
    Unico punto su cui ho trovato difficoltà è stata la lettura dei termini napoletani ahahahahaha 😉 per il resto ho trovato tutto molto gradevole.
    Devo anche aggiungere che nei dialoghi son anche riuscita a “sentire” l’inflessione della lingua 🙂

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 31, 2012 @ 22:34:08

      Grazie fairy, sempre gentilissima. Sono ovviamente felice che hai apprezzato la parte “filosofica”, che ci hai visto “il lato buono”.

      Io credo che i dialoghi siano i punti di forza di questa storia, e vedere questa sensazione confermata dalle tue parole mi dà molta fiducia.

      Ti aspetto per il resto allora… 🙂

      Rispondi

  43. fairymoon79
    Gen 31, 2012 @ 23:19:35

    letto anche il terzo capitolo, molto scorrevole decisamente più del secondo, interessanti i pensieri che si fa. Scena del primo giorno di lavoro molto divertente, simpatico leggere di tutte le paranoie che si fa 🙂
    Interessante anche la parte sulla lingua, in effetti viverla ti permette di assimilarla più velocemente. Molto bella la parte finale.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Gen 31, 2012 @ 23:28:55

      E grazie anche per questo! 😀

      Naturalmente questa è una lunga fase introduttiva per un lungo romanzo. Sarei già stato contendo di non ricevere critiche per questa parte, visto che il vero protagonista della storia non è ancora apparso – e né tantomeno si è accennato ancora alla storia d’amore, tema cruciale del romanzo -; ricevere lodi è davvero incoraggiante (so di ripetermi, ma ogni conferma è un mattoncino in più per le mie speranze) 🙂

      Rispondi

  44. Marco
    Feb 04, 2012 @ 21:35:00

    Ogni settimana leggerlo è la gioia di una sorpresa: amo sempre di più quello che sta avvenendo. Sono sempre più preso dal rapporto strano e lunatico fra i protagonisti. In più da Beethoveniano convinto ritrovo veramente il carattere del compositore. Mi piace come descrivi le emozioni sonore che diventano immagini fortissime. Grazie per condividere queste pagine 🙂

    Rispondi

    • antonioscotto
      Feb 04, 2012 @ 21:45:25

      Uelà! Pensavo di averti perso per strada! xD

      Ti ringrazio. Le tue parole mi riempiono di gioia, soprattutto perché finora… ho scherzato! Infatti la lunga parte introduttiva è finita. Dalla prossima puntata i riflettori si spostano davvero sul maestro e sulla storia d’amore.

      Sempre grazie di essere con me in quest’avventura. 🙂

      Rispondi

  45. Flogoriano
    Feb 04, 2012 @ 22:17:04

    Questa puntata mi ha lasciato un pò perplesso. Anzi… Perplesso non è il termine adatto, perchè in realtà mi è piaciuto non meno degli altri, ma,non so, credo di non averlo ancora ben metabolizzato. Dovrò rileggerlo per entrare meglio nella mente del personaggio che in questa parte rispecchia più l’autore.
    Però devo farti un piccolo rimprovero: ti stai perdendo per strada lo straordinario impatto visivo delle scene.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Feb 04, 2012 @ 22:24:49

      Sempre grazie per essere puntualmente con me a Vienna ogni sabato 🙂

      Aspetto allora di sapere cosa ti ha lasciato “perplesso” di questa puntata.

      Quanto all’impatto visivo, probabilmente dipende da quel discorso che abbiamo fatto il privato su come sia difficile distaccarsi dalla prima versione. Magari gli innesti in questa parte non sono stati efficaci come nelle precedenti.

      Lo terrò bene a mente in future revisioni. Grazie 🙂

      Rispondi

  46. antonio barbieri
    Feb 04, 2012 @ 22:51:35

    Ciao Antonio, ho letto l’ottava puntata. Quì il Maestro è un po’ un personaggio secondario.Ho apprezzato il Narratore-filosofo che narra a Beethoven la sua filosofia sul’Amore ma l’ho visto protagonista in questa puntata.Ma ho anche letto quel che tu dici a Marco: la lunga parte introduttiva è finita. dalla prossima puntata il Maestro entra in campo con tutta la sua forza, sia creatrice che sentimentale!
    Continuo ad avere qualche perplessità sulle vicende che ti capitano alla locanda. Tutto ciò che succede in questo luogo, dalla tua assunzione come sguattero alle vicende sentimentali di Maria hanno una parte importante nell’economia del romanzo o sono destinate a spegnersi nell’ottava puntata? E se si spengono, se la locanda e i suoi protagonisti non hanno un ruolo importante ma sono un diversivo, non si poteva inventare un modo più semplice per far incontrare il Narratore con Beethoven?
    E’ una domanda che mi pongo, forse non ho ancora capito niente dell’intreccio tra Narratore, vita nella locanda e Beethoven! A sabato prossimo.

    Rispondi

  47. Armando e Fiorella Orlandi
    Feb 04, 2012 @ 23:19:15

    Caro Antonio,

    Avvicinandomi alla lettura di questi post, mi sono reso conto di quanta amicizia, fraternità e sincera collaborazione sei circondato. Ahimè, Helas! Potessi contare io su un gruppo cosi folto di amici – collaboratori come i tuoi per il sito!

    Ragazzi, complimenti ancora per la genuina e sapiente oltreché erudita formazione che regalate ad Antonio.

    Circa il romanzo, che leggo sempre con piacere, non esprimerò nessun giudizio, giacche’ personalmente ho immensa e totale ammirazione a chi dedica parte della sua vita – in questi miserandi tempi – all’ Arte e all’ Immago, a prescindere dal risultato.

    Con affetto, per tutti voi

    Armando e Fiorella Orlandi

    Rispondi

    • antonioscotto
      Feb 04, 2012 @ 23:30:23

      Carissimo Armando,

      Grazie per avermi onorato con un tuo commento qui sul mio blog.

      Sei sempre stato un ospite gentile e disponibile, trattandomi sempre con amicizia e rispetto. Anche nel modo in cui ti poni con gli altri, provo per te grande ammirazione. Grazie per permettermi di pubblicizzare il romanzo sul tuo sito e per venire qui a leggere le mie puntate.

      E grazie anche per la stima e i complimenti circa la mia iniziativa. 🙂

      Rispondi

  48. antonioscotto
    Feb 04, 2012 @ 23:19:22

    Come per Flogoriano, grazie anche a te per aver risposto ancora una volta presente. 🙂

    La storia della locanda finisce qui.

    Conferire realismo a una storia significa fare in modo che sia credibile. Nella mia personale e opinabile concezione, facendola semplice semplice, avrei reso visibile l’intervento dello scrittore. Sarebbe – in mia opinione – suonata finta e magari non ti avrei coinvolto al punto da farti dubitare (ad esempio) che conoscessi la Fantasia Corale.

    Nelle mie intenzioni, questo romanzo mira a resistere al Tempo. Sempre nelle mie intenzioni, vorrei che quando hai finito di leggerlo e ti verrà voglia di dare un’altra occhiata ad alcune sue parti, non avessi la sensazione solo di rileggere, ma anche di apprendere cose che ti sono sfuggite.

    Per ottenere questo risultato, l’ordito deve essere un tantino complesso, altrimenti sarebbe stato un fuoco di paglia.

    Naturalmente queste sono le mie intenzioni; poi bisogna vedere se ci sono riuscito. In tal senso attenderò con ansia i tuoi giudizi futuri.

    E poi non tieni presente che un libro tanto corposo non poteva – sempre a mio avviso – essere introdotto da 10 paginette. Ne ho ritenute opportune di più perché volevo rendere graduale – e quindi credibile – l’avvicinamento tra il narratore e il maestro. Pensa che quello che hai letto finora è poco meno di 1/5 del romanzo.

    Comunque, ancora grazie 🙂

    Rispondi

  49. Flogoriano
    Feb 05, 2012 @ 07:50:55

    Devo dire che il commento di antonio barbieri a sollevato in me una domanda che a livello subconscio mi ero posto.
    Ma come ti ho detto rileggerò la parte per metabolizzare meglio.
    Magari poi ne parliamo in privato.

    Rispondi

  50. antonio barbieri
    Feb 12, 2012 @ 15:46:43

    Ciao Antonio, bello, bello! il tuo romanzo diventa sempre più coinvolgente! Ognuno si può identificare con il Narratore!. Io l’ho fatto e mi sono trovato accanto a Beethoven a parlare con lui, a sentire le sue risposte! Sono il suo domestico, il suo amico, il suo “fratello”! Non credo esistano romanzi su Beethoven così coinvolgenti al punto di sentirsi calati in modo quasi reale nella vita del Maestro, di sentirsi noi stessi trasportati nel suo secolo!E’ come essere in un sogno, un sogno che la mia mente non sa farmi sognare!

    Rispondi

    • antonioscotto
      Feb 12, 2012 @ 16:05:05

      Grazie Antonio!

      Dopo l’ultimo commento in cui emergevano un po’ di perplessità, confesso che attendevo con un po’ di timore il tuo nuovo commento. Per cui puoi immaginare quanto mi abbia fatto felice!

      Ho spostato la seconda parte nella sezione ABOUT poiché hai anticipato qualcosa che magari chi non conosce la vita di Beethoven è meglio scopra gradualmente.

      Però mi hai dato una grande idea. Visto che in settimana dovrebbe uscire il cartaceo, ho pensato di convogliare tutti i commenti che da esso scaturiranno (quindi quelli che anticipano le puntate) nella sezione ABOUT, così da concedere a chi legge qui di scegliere se conoscere o no quello che avverrà nelle puntate successive.

      Ora vado a commentare la seconda parte del tuo intervento.

      Grazie ancora 🙂

      Rispondi

  51. Flogoriano
    Feb 14, 2012 @ 07:10:49

    Stavo immaginando Baglioni che plagia se stesso plagiando beethoven XD.
    Interessante anche questa parte, ma si ha l’impressione che sia più un introduzione a qualcosa che deve ancora venire. Come in effetti è. XD

    Alla prossima.
    Tienimi aggiornato sulla disponibilità del cartaceo.

    Rispondi

  52. antonio barbieri
    Feb 18, 2012 @ 17:24:34

    Ciao Antonio, ho letto la decima puntata. E’ interessante il dialogo tra Beethoven e il narratore su l’Autore e l’Interprete. E vero, si dà molta importanza all’interprete e si dimentica totalmente L’autore se non nella locandina. Tutti gli applausi vanno al pianista, al direttore d’orchestra, al quartetto d’archi e nemmeno un grato pensiero viene rivolto a chi ha permesso, con il suo genio e tanta fatica che tanta bellezza fosse espressa e diventasse godimento dell’anima. ” Il grande Maestro Herbert von Karajan eseguirà musiche di Beethoven” ( e chi è? )
    Ricordo ancora con commozione quando molti anni fa assistetti ad una interpretazione della Nona diretta da un oscuro direttore e la sua orchestra,Al termine dell’esecuzione tra scrosci di applausi e standing ovation Il Direttore alzò dal leggio la partitura della Nona e la tenne in alto quasi a volerci benedire come il papa e ci volesse dire: E’ Lui che dovete applaudire, di Lui solo è il merito!

    E allora è la volta di Pepi! Mi è piaciuta la tua invenzione narrativa; Il Narratore un po’ brillo che incontra la bella nobildonna! Mi sono chiesto chi era questa ragazzina tutta sola nel parco. Vuoi vedere che è Josephine? E lo era! E adesso cosa succederà? Io lo immagino ma non te lo dico, sennò mi dici che anticipo gli avvenimenti! Staremo a vedere.
    Ma davvero Therese era ( un po’) claudicante? Ma dove le prendi tutte questa notizie apparentemente secondarie? Comunque sei un bravo biografo di Beethoven. Ci sono proprio tutti! Therese, Charlotte, Stephan von Breuning e la sua prima moglie Julie von Vering, Lorchen von Breuning e suo marito Franz Wegeler. Bravo!
    Arrisentirci a sabato, attendo con entusiasmo il romanzo cartaceo, A presto, ciao!

    Rispondi

  53. antonioscotto
    Feb 18, 2012 @ 18:05:14

    Non ti nascondo, Antonio, che leggendo la tua esperienza di quel concerto con lo sconosciuto direttore mi si è accapponata la pelle.

    Diciamo che questo è il leitmotiv del romanzo: il compositore mortale e la musica che diventa immortale grazie agli interpreti. Naturalmente ci sono tante sfaccettature nella questione ma, essendo questo un romanzo e non un saggio, arbitrariamente mi concentro su un solo punto di vista che, come tutti i punti di vista, è destinato a evolversi.

    Sono contento che hai apprezzato la scena nel chiosco: spero che sono riuscito a fartela visualizzare come fosse un film.
    Ehheheheh… penso che hai indovinato su quello che succederà. Mi auguro che lo scoprirai dal cartaceo e non dall’11esima puntata.

    Sì, ho trovato in diverse ricerche che Therese aveva questo problema a una gamba. Certo chi non conosce la vita del maestro non noterà tutti questi piccoli particolari; ma chi come te la conosce, si ritroverà a leggere una storia “tremendamente” verosimile (questo è stato il mio obiettivo primario sin dalla prima parola che ho scritto: ecco perché ci sono tutti quei personaggi e altri verranno ancora).

    Grazie per esser stato con me anche questo sabato. Ormai solo tu e Flogoriano commentate qui: spero ci sia qualcun altro che legge (a parte gli amici che mi aggiornano su facebook).

    Rispondi

  54. Flogoriano
    Feb 21, 2012 @ 10:48:11

    Stavolta ho ritardato un po’ perchè speravo di non leggerla sul blog questa parte, visto che non è stato così devo dire che la cosa mi dispiace.
    Molto interessante questa parte, mi piacciono le teorizzazioni musicali e sul finale ti sei finalmente ripreso in quanto a vividezza.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Feb 21, 2012 @ 13:11:49

      Mi fa piacere che apprezzi quelle teorizzazioni musicali. Poi ho già spiegato nella replica ad Antonio.

      Sono lieto anche per il commento sulla vividezza. Qui ricordo che mi ci sono particolarmente impegnato 🙂

      L’altra faccenda, ti ho scritto in privato 🙂

      Grazie per esser stato con me anche questa settimana 😉

      Rispondi

  55. alba pozzi
    Feb 23, 2012 @ 12:06:47

    Molto modestamente, avevo capito anche io che il personaggio incontrato frettolosamente altri non era che Beethoven stesso.
    Ho letto buona parte degli elogi che immagino provengano da conoscenti. Condivido con loro quanto da essi hanno scritto.
    Mi confermo in fibrillazione per l’arrivo del libro.

    Rispondi

    • antonioscotto
      Feb 23, 2012 @ 14:39:01

      Ciao Alba. Mi fa piacere che anche tu l’hai capito, poiché l’episodio non verrà chiarito in seguito e quindi sarebbe andato “perso”.

      Diciamo che sì, i commenti vengono da conoscenti, ma nel senso che mi conoscono come mi conosci tu. A parte l’utente “Peppe” mio concittadino, sono tutte persone che ho conosciuto on-line perché si sono gentilemente interessate al mio romanzo (alcune anche prima che mettessi su questo blog). Quindi gli elogi me li sono guadagnati “sul campo” 🙂

      Anch’io sono in fibrillazione per l’arrivo del libro: hai letto 5 puntate in una sera e immagino andrai sparata alla fine. E non vedo l’ora di avere un giudizio globale sulla storia 🙂

      Grazie ancora Alba 🙂

      Rispondi

  56. antonio barbieri
    Feb 25, 2012 @ 22:57:48

    Stupendo! Stupendo!| Se continua con questo stile narrativo ( e non ne dubito! )questo romanzo non esito a definirlo un capolavoro come pochi ce ne sono in giro, almeno su Beethoven, ( e credo che narrati così non ce ne siano in assoluto) Questa puntata poi, e in particolare l’incipit del secondo capitolo mi hanno preso in modo particolare. L’ho letta due volte, pomeriggio e sera ed è non una puntata di un romanzo ma la trama di un film, copione già bell’e scritto! Se si potesse chiudere gli occhi e nello stesso tempo leggere si vedrebbe la vividezza di un film! Bellissimo lo svolgimento del racconto che coinvolge Beethoven, Pepi e il Narratore. Un susseguirsi ininterrotto di dialoghi senza un attimo di respiro, colpi di scena come il cazzotto di Beethoven al suo “famulus” che si riesce a capire che glielo ha mollato solo nel serrato colloquio sulla carrozza con Zmeskall, e ancora un ritratto struggente di Pepi, della sua delicata bellezza pari ad un fiore che è appena sbocciato ed è già appassito!

    L’inizio del secondo capitolo è un vero capolavoro. Un breve quadro ci narra la preparazione dell’invasione napoleonica e poi l’invenzione di un altro dialogo serrato tra gentiluomini e popolino ci cala in una nuova scena, dove Beethoven e il narratore si intrufolano nel capannello e ci narrano gli avvenimenti bellici trasformando una pagina di Storia degna di un saggio in un colloquio preciso di ciò che sta accadendo, e noi lettori/spettatori lì ad ascoltare come se fossimo presenti( e leggendo siamo presenti perchè facciamo ormai parte del romanzo)

    Infine, e mi domandavo quando entravano in scena, i fratelli carnali del Maestro, Johann solo citato e Carl con la moglie Johanna e il nipotino Karl che nell’ennesima invenzione che solo tu puoi “inventare” ce li fai trovare coinvolti anche loro nell’invasione di Vienna e in procinto di fuggire con i due protagonisti.

    Antonio, tu sei un genio! Finora trovavo il romanzo coinvolgente e preciso nel descrivere i personaggi delle biografie beethoveniane ma questa puntata mi ha convinto della grandezza dell tuo stile narrativo e della tua fantasia che riesci a piegare adattandola alla Storia della vita di Beethoven e a renderla viva!

    Il tuo sarà anche il romanzo di un esordiente ma ti assicuro che farà bella mostra di sè nella mia biblioteca accanto ai più importanti scrittori! A presto.

    Rispondi

  57. antonioscotto
    Feb 26, 2012 @ 01:05:00

    Antò, che posso dire! Le tue parole mi hanno reso immensamente felice, soprattutto perché confermano quanto mi era stato detto da qualcun altro che ama Beethoven come noi.

    Sì, il “film” continua così per tutte e 50 puntate.

    Ti ringrazio di esser stato con me anche questo sabato. Grazie di cuore 😉

    Rispondi

  58. antonio barbieri
    Mar 03, 2012 @ 21:31:37

    Ciao Antò, parafrasando quello che scrivi tu sopra, che posso dire? Ormai ho esaurito tutti gli aggettivi, i sostantivi, i verbi!
    Eh sì, perchè anche questa puntata è avvincente, per non dire un miracolo! Già ti avevo scritto la volta scorsa che l’inizio del secondo capitolo è un capolavoro. Leggendo il suo proseguo me ne sono convinto appieno, Come ebbi modo di dirti, io mi identifico con il Narratore.Mi sono trovato dunque in casa di Carl, o meglio nella sua cantina letteralmente in mezzo alle cannonate dei Francesi, in piena battaglia!
    E con il consueto stile che ormai mi è famigliare tu descrivi la battaglia e ciò che avviene nello scantinato in modo tanto geniale che chiunque ti legge è rapito alla sua realtà per essere catapultato in un’altra realtà che sarà anche frutto della tua fantasia ma che diventa terribilmente attuale. Sì, la tua fantasia si manifesta in modo tale che non le permetti di estraniarsi da ciò che è realmente avvenuto e che le biografie ci raccontano. Hai talmente in testa gli avvenimenti di quel triste periodo che, come un impasto, biografia e fantasia si amalgamano per dar vita ad un sublime racconto che ci fa sentire tutta l’acredine di Beethoven per la cognata, il disprezzo e l’antipatia sono tangibili, ci sente pervasi da questo sentimento negativo che prova il Maestro ( ma sarà poi disprezzo e antipatia o piuttosto gelosia per il fratello che si è fatto una famiglia, ha una donna, mentre lui non l’ha mai avuta e non l’avrà mai?) E Beethoven che si stringe i cuscini sulle orecchie offese dal terribile frastuono della battaglia che acuisce la sordità come descritto dalle biografie? Un altra testimonianza che, pur nei particolari secondari, tu conosci Beethoven e la sua vita in modo stupefacente e straordinario!
    Antò, non continuo perchè rischio di dire cose che ti ho già detto nei precedenti commenti, solo questo desidero dire a chi ci legge quì sul tuo blog: Amici, ciò che state leggendo è qualcosa che trascende il mero romanzo! Immergetevi come faccio io nell’intreccio del racconto, lasciate libero il vostro pensiero perchè sia una cosa sola con il pensiero dell’Autore e proverete sensazioni che nessun altro romanzo vi saprà dare!

    Ciao Antò, a presto! E grazie ancora per questo tuo dono a noi lettori che ne sono convinto, avrà fama e lustro negli anni a venire!

    Rispondi

  59. antonioscotto
    Mar 03, 2012 @ 23:19:34

    Antonio, mi sorprendi sempre di più… Ormai hai il libro e continui a leggere dal computer: allora faccio bene a non postare più puntate, così ti salvo la vista! xD

    Non so se avrò una carriera come scrittore, ma tu hai colto al 100% l’essenza del romanzo. Non so nemmeno se qualcun altro l’ha colta, la stia cogliendo o la coglierà, comunque non ti dimenticherò mai per tutte queste belle parole che mi dici ogni volta.

    Grazie per esser stato con me anche quest’ultima settimana. 🙂

    Rispondi

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